CUPIDO
Il nuovo singolo di Shefi in radio e sulle piattaforme di streaming da venerdì 6 giugno 2025
Shefi: quando il rap nasce dal silenzio. Dall’Abruzzo, una nuova voce che parla d’amore vero.
Shefi, all’anagrafe Flavio Callocchia, un ragazzo classe 2010 nato a Teramo, cresciuto tra Aielli –
un piccolo paese vicino Avezzano – e Tortoreto, dove si è trasferito all’età di dieci anni.
Oggi frequenta il Liceo Scientifico – Scienze Applicate – a Giulianova, ma non è la scuola il posto
dove si sente davvero se stesso. Il suo vero spazio lo ha trovato nella musica e nella scrittura. In
quel momento in cui, da bambino, ha cominciato a mettere su carta emozioni che non riusciva a
spiegare nemmeno a parole. E non lo ha fatto con l’idea di diventare un artista, ma per necessità.
Per capire sé stesso. Per non esplodere. Per trovare un modo per restare in piedi.
Tutto è partito da alcune poesie e racconti, scritti in punta di penna per dare voce alle sue prime
delusioni d’amore. Ma poi qualcosa è cambiato: quei testi hanno iniziato a diventare versi. Si sono
trasformati in frasi a tempo, in rime, in ritmi. In musica. Ed è lì che ha capito che quello che stava
facendo non era solo uno sfogo: era un linguaggio. Il rap è diventato il suo codice, la sua seconda
lingua. Un modo potente, diretto, crudo ma anche estremamente sincero per raccontarsi.
Il brano che lo presenta al pubblico si intitola “Cupido”, un testo rap che unisce introspezione e
cuore, raccontando senza filtri una storia d’amore vissuta fino in fondo. “Parla di lei, ma anche di
me – racconta Shefi – delle notti in cui mi mancava, dei silenzi, delle paure, delle scuse che non
bastano mai. È una canzone per chi ama davvero, anche quando fa male. Per chi resta, anche
quando tutto spinge ad andarsene.”
Musicalmente, è un rap intimo, lento, notturno, con un beat malinconico che accompagna le
parole senza sovrastarle. La voce di Shefi è giovane ma carica di intenzione. Non forza la metrica
per stupire: la lascia respirare, la usa per raccontare. Ogni verso è costruito con attenzione, come se
fosse un pezzo di una conversazione troppo a lungo rimandata.
La struttura del pezzo segue un flusso emotivo: si apre con un’atmosfera riflessiva, quasi sussurrata,
e cresce mano a mano che la tensione interna del testo aumenta. C’è un racconto sincero, che tocca
temi universali come la mancanza, la paura dell’abbandono, il rimorso, ma anche la speranza
che a volte, nonostante tutto, l’amore valga la pena.
Il suo stile è diretto, autentico, senza pose. E forse è proprio questo che colpisce di più: la capacità
di raccontare esperienze comuni in modo sincero, senza cliché. In un panorama rap spesso dominato
da apparenza e autocelebrazione, Shefi sceglie la vulnerabilità come punto di partenza. Non c'è
costruzione artificiale nel suo modo di scrivere: c'è la vita, quella vera.
“Cupido” è solo l’inizio, ma mostra già una direzione precisa: quella di un artista giovane, ma con
una voce chiara e riconoscibile. Il rap, per Shefi, non è una moda da seguire, ma un mezzo per
liberarsi e per connettersi con chi ascolta. E questo lo rende uno dei nomi più interessanti della
nuova scena abruzzese.
Link di ascolto: https://orcd.co/cupidoshefi